giovedì 5 novembre 2015

La fine dell'Impero Tosiano #3: Il ritorno del Papa straniero

Su L'Arena di domenica scorsa, il giornalista veronese Stefano Lorenzetto, ex firma de Il Giornale e biografo di Tosi,  ha suggerito al Pd di candidare lo psichiatra Vittorino Andreoli a sindaco nel 2017. La proposta ha una sua bizzarria intrinseca - un esperto di "matti" a capo del consiglio comunale, dove approderebbe all'età di 77 anni - e par di capire che lo stesso Lorenzetto la usi come "esca" per convincere Andreoli a ritirare il premio Masi (non Maso, eh!) di cui è giurato. E' comunque interessante perché ripropone un tema che si ripropone ciclicamente per il centrosinistra a Verona a ridosso delle elezioni: quello del "Papa straniero".



La teoria è più o meno la seguente: poiché a Verona il centrosinistra è per sua natura perdente, in quanto considerato - a torto o a ragione - troppo vetero, troppo comunista o troppo entrambe le cose, comunque distante da quella platea di elettori "moderata" (temine che aborro, ma per capirci) che può decidere la contesa, l'unica soluzione è allora chiamare qualcuno da fuori che faccia da garante, ci metta una faccia rassicurante e consenta quanto meno di provarci.

Dal crollo della Prima Repubblica in poi, è sempre andata così. Nel '94 il candidato del centrosinistra fu l'avvocato Dario Donella. Nel '98 toccò al'ex direttore de L'Arena Giuseppe Brugnoli (ma Lorenzetto ci rivela che, prima di lui, gli allora Ds avevano sondato proprio Andreoli). In entrambi i casi, furono sconfitti da Michela Sironi. Nel 2002 la strategia del Papa Straniero funzionò con un avvocato dal cognome importante, Paolo Zanotto, ma grazie anche alla stessa Sironi che si rivoltò contro Forza Italia facendo perdere Pierluigi Bolla, fresco presidente di Veneto Banca. Il miracolo, per Zanotto, non si ripeté nel 2007, anche perché nel frattempo era arrivato un certo Flavio Tosi. Nel 2012, il Papa Straniero lo scelsero le primarie, nella persona del leader di Legambiente Michele Bertucco: troppo a sinistra, ovviamente non c'è stata storia.
Certo è che. in certi ambienti del Pd veronese, la suggestione del Papa Straniero è intatta e tornerà di scottante attualità anche perché, di candidati del Pd - è il caso di dire -  "papabili", al momento, non c'è nemmeno l'ombra.

Fermento a destra 

Uno dei possibili candidati sindaco per il 2017 del centrodestra, Alberto Giorgetti, ha cambiato casacca.
Non è la prima volta, per l'ex sottosegretario, ex An, ex Pdl, ex Ncd, poi Forza Italia e ora tra i fondatori di Terra Nostra, il nuovo movimento targato Giorgia Meloni. Giorgetti (che pure al momento resta in Fi),in attesa di capire se e come potrà essere della partita per il Comune, diventa intanto di diritto referente veronese della Meloni e candidato in pectore  alle prossime elezioni politiche (fossimo nel leader locale di Fratelli d'Italia, Ciro Maschio, non dormiremmo sonni tranquilli).



Intanto, interessante notare come  faccia ormai parte stabilmente della futura coalizione l'ex leader di Forza Nuova Roberto Bussinello, oggi a capo dl movimento Sovranità.
Da sinistra Federico Sboarina (Battiti), Lorenzo Fontana
(Lega Nord) e Roberto Bussinello (Sovranità) (Foto Cronaca di Verona)
Con una Forza Italia praticamente evaporata, se non altro a livello organizzativo, l'iniziativa è per ora nelle mani della Lega Nord e dell'associazione Battiti (quella degli ex assessori  ex Pdl di Tosi), il cui collante ultimo è in fondo l'"antitosismo". Chiaro che con Bussinello, anche lui da tempo nemico giurato del sindaco di Verona, l'asse si sposta molto a destra, con il rischio di lasciare scoperto il centro, dove si è spostato proprio Tosi. Se va avanti così, anche a destra potrebbe essere necessario ricorrere a un Papa straniero per rassicurare l'elettorato verso derive "estremiste". 

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