lunedì 6 aprile 2015

Dai sondaggi ai seggi: come finirà la sfida per il Veneto

In attesa di parlare un po' di contenuti, i grandi assenti finora di questa campagna elettorale per le regionali in Veneto, proviamo a fare un po' i conti della serva. Ovvero, come si tradurrà in termini "reali" - ovvero, consiglieri eletti - il consenso dei vari candidati.
La novità di questo giro è che da 60 che erano i consiglieri sono diventati 51. Ma il presidente eletto e il miglior sfidante entrano di diritto, quindi il riparto dei seggi va tarato su 49 consiglieri. I seggi vengono assegnati in modo proporzionale, le coalizioni devono avere almeno il 5%. Al vincente spetta un premio di maggioranza variabile: del 60% se supera il 50% dei voti); del 57,5% se prende dal 40 al 50% dei voti; del 55% se prende meno del 40%.

Tutto chiaro? Allora facciamo un gioco (sottolineo: un gioco!), sulla base dei sondaggi diffusi da Porta a Porta nel corso del confronto a quattro tra Zaia, Moretti, Tosi e Berti.
I sondaggi di Vespa sono due (Tecné e Irp) e sono abbastanza simili. Per comodità prendo il secondo che dà Zaia (Lega e Forza Italia) al 39%, Moretti (Pd e sinistra) al 37, Tosi (con Ncd-Udc, lista Tosi) al 12, Berti (Cinque Stelle) al 10, gli altri al 2%.
In questa situazione vince Zaia, ma non raggiunge il 40 per cento. Quindi avrà un premio di maggioranza del 55 per cento, pari a 27 consiglieri, più lui stesso.
Alle opposizioni rimarranno quindi da spartirsi un totale di 22 consiglieri, mentre la Moretti entrerà di diritto come miglior perdente. Saranno rappresentati solo le liste di Moretti, Tosi e Berti perché nessun altro supera la soglia di sbarramento. Per sapere quanti consiglieri vanno rispettivamente a Moretti, Tosi e Zaia mi baso su un simulatore del metodo D'Hondt che è quello usato per la Regione Veneto.

A questo punto, detto che Zaia ne ha già 27 più lui stesso,  a Moretti ne andrebbero 14 più lei stessa, a Tosi 4 e a Berti pure 4. Il consiglio regionale dovrebbe risultare più o meno come nel grafico qui a destra. Ovviamente bastano minime variazioni di consenso per cambiare le carte in tavola. In particolare, risulterà determinante il risultato della coalizione vincente: se ad esempio supererà il 40 per cento, otterrà un seggio in più - 28 invece di 27 - e ne lascerà uno in meno alle opposizioni - 21 invece di 22. Se supererà il 50 per cento, il vincente avrà invece 29 seggi, lasciandone alle opposizioni solo 20 da spartirsi.

Per quanto riguarda Verona, qui verranno eletti 9 consiglieri: 5 alla maggioranza, 4 alle opposizioni. Se vince Zaia, direi così a spanne 2 alla Lega Nord, 2 alla lista Zaia e 1 a Forza Italia. Al Pd ne andrebbe 1, ai Cinque Stelle 1. La corsa di Tosi, al momento quindi frutterebbe complessivamente quattro consiglieri in Veneto. Se dovessi giocarmi un euro, direi che due di questi - in virtù del grande risultato che dovrebbe fare nella sua città - saranno eletti a Verona (mi sbilancio: Andrea Bassi e Barbara Tosi) e gli altri due rispettivamente a Padova e Venezia.
Chi vivrà vedrà...