mercoledì 28 ottobre 2015

La fine dell'Impero Tosiano #2: E se l'impero non finisse?


Dopo 22 anni di presidenza, Paolo Biasi resta saldamente in Fondazione Cariverona con un nuovo incarico. In Fiera, la partita del nuovo cda è stata tutta una questione interna alla Camera di Commercio. Ecco che le due principali partite cittadine procedono quasi per conto loro, senza la percezione di grandi stravolgimenti, senza che la politica cittadina (forse troppo debole, in questo momento) giochi davvero un ruolo. 
Flavio Tosi, intanto, resta concentrato sulle cose romane. Obiettivo numero uno: mettere insieme un gruppo parlamentare per rendere concreti gli ammiccamenti al governo Renzi. Compagni di viaggio della truppa del sindaco potrebbero essere alcuni fuoriusciti di Ncd e alcuni centristi sparsi: si starebbe in minoranza, ma sempre prontissimi al dialogo. Ambizione dichiarata: sostituirsi alla minoranza Pd. A quel punto, il "partito della Nazione" sarebbe cosa fatta. 
E a Verona? In attesa di testare la compattezza della maggioranza in consiglio comunale, il gruppo dell'ex vicesindaco Casali  dimostra nuovi segnali di insofferenza. Si va dall'attacco del presidente della seconda circoscrizione Grigolini sull'Arsenale a questioni come le unioni civili

E a tal proposito... 
Abbastanza significativo che il capogruppo della lista Tosi in Regione si presenti in conferenza stampa con un simbolo diverso, quello dell'associazione "Verona Domani"? "Domani" inteso come 2017??? 


Posta del cuore
"Caro mio, Tositer o Tositris. Se l'è studiata nei minimi particolari e non molla l'osso. C'è un tunnel da portare a casa e sarà campagna elettorale per la terza volta su quello". 
Sono d'accordo con l'amico lettore sul fatto che Tosi è il primo a non rassegnarsi alla fine del suo impero, tanto più che in giro non si vedono giganti o statisti pronti a prenderne il posto. Lo stesso Tosi ha dato anche in qualche modo credito alla voce che ci potrebbe essere in vista l'abolizione del limite dei mandati per i sindaci dicendo che, se fosse possibile, non esiterebbe a ricandidarsi. Ne ha parlato con Renzi o con la Boschi? Chissà. Per ora sono da registrare le secche smentite del Pd.  

Facciamoci del male 
Il quale Pd, per la cronaca, vive l'ennesima fase di travaglio interiore, con una fronda di segretari di circolo (dietro cui si muovono alcuni grandi vecchi del partito) che chiedono il congresso straordinario a Verona.



martedì 20 ottobre 2015

La fine dell'impero Tosiano #1: Come siamo arrivati fin qua

Manca un anno e mezzo alla fine di un'era. La fine dell'Impero Tosiano 

A maggio 2017 (mese più, mese meno) Flavio Tosi non sarà più sindaco di Verona dopo dieci anni (sempre che il governo, come circola voce, non introduca un terzo mandato per i sindaci dei grandi comuni). Ci sarà tempo e modo di tracciare bilanci di questi due lustri che, in questa città, sono ruotati - nel bene e nel male - attorno al sindaco prima leghista, oggi civico in cerca di collocazione.
Più interessante, almeno per me al momento, provare a raccontare con tante istantanee, come in un diario, quello che accadrà di qui a diciotto mesi: alleanze che si sfaldano e che si creano, amici che diventano nemici, nemici che diventano amici, riposizionamenti, tentativi corsari di dare l'assalto a un potere in via di sfaldamento (o no?).
Troppo presto per cominciare a parlarne? Se sentite i politici, sì.  "Prima i programmi", dicono: ma i programmi non valgono niente senza un buon candidato, "Di qui al 2017 ne accadranno di tutti i colori": vero, ma nulla di quello che accadrà, accadrà per caso. Sarà una concatenazione di eventi, che attraverso questo piccolo esperimento proveremo ad anticipare.
Proverò a dare aggiornamenti su questo blog con cadenza settimanale, ma mi perdonerete se non sarò rigoroso con il calendario. In ogni caso, se inserite la vostra mail qui a destra riceverete in automatica la notifica di ogni nuovo post.

E ora,  un breve riassunto di come siamo arrivati fino a qua.

Ha tifato per l'ascesa di Matteo Renzi; ha sperato di emularne le gesta dallo schieramento opposto. Adesso lo corteggia apertamente. L'ultima virata di Tosi ha colto di sprovvista i suoi (sempre più netta la rottura con l'ex vicesindaco Casali, traslocato in Regione) e tratteggia scenari inediti per il futuro del sindaco. Ma la vera domanda è: come influirà tutto questo sugli equilibri a Verona?
Il Pd qui in città, che ha avuto in Tosi il nemico numero uno in questi anni, vive a sua volta una fase di tormento interiore. Trasformarsi in un partito votabile da chi, per due volte, ha creduto proprio in Tosi impone un imperativo: togliersi la livrea di "partito del no". Il capogruppo in Comune, Michele Bertucco, è sempre più isolato. Si parla di liste civiche, aperte agli "imprenditori", alla "società civile" ecc., ma intanto c'è aria di fronda contro la renzianissima segreteria provinciale.
Di là, intanto, il clima è quello di una squadra cui è stato concesso un calcio di rigore ma non sa a chi farlo tirare. La Lega, che ha confermato Paolo Paternoster segretario, non ha facce spendibili per il futuro sindaco, a parte quella dell'assessore alla Sanità Luca Coletto, che però non ne vuol sapere. Gli ex assessori di Tosi (Federico Sboarina in testa) riuniti nell'associazione Battiti, dopo aver masticato fiele, covano sogni di rivincita, ma come si giocheranno la partita non è chiaro. Il deputato forzista Alberto Giorgetti è alla finestra, aspetta che qualcuno gli chieda di candidarsi? L'ex onorevole azzurro Massimo Ferro fa capire di essere a disposizione.


Grandi manovre 

Le energie dei potenti cittadini sono concentrate sul rinnovo dei vertici della Fiera e, soprattutto, della Fondazione Cariverona che, intanto, aumenta il suo peso in Cattolica (ne ha scritto qui Lillo Aldegheri). Inutile dire che in tutto questo c'è molto di politico, prima che di economico. Occhio anche alla partita dell'A4, con l'offerta di acquisto degli spagnoli di Abertis che spaventa i soci del territorio. E chi è il presidente della Serenissima? Sempre Tosi.

Spunti 

L'avvicinamento Tosi-Renzi fa incazzare un sacco la sinistra. Leggere, per credere, Mario Allegri. Ma intanto una vecchia conoscenza come Sacconi sogna di creare un nuovo polo moderato a partire dal binomio Tosi-Brugnaro. In ogni caso, questa foto di Angelo Sartori per il Corriere di Verona mi pare il simbolo di questa stagione.


Alla prossima. Per contattarmi alessio.corazza@rcs.it (se volete inviarmi domande o riflessioni, inaugurerò una rubrica "Posta del Cuore")


venerdì 9 ottobre 2015

Ai Pronto Soccorso di Verona non pagava (quasi) nessuno

Da quest’estate qualcosa è cambiato ai Pronto Soccorso di Verona, Borgo Trento e Borgo Roma. Lo dicono le statistiche diffuse dall’Azienda Ospedaliera: il numero dei “codici bianchi” – per capirci: i pazienti che devono pagare il ticket – è triplicato.
Cosa è successo? Che cosa ha provocato questo cambiamento che ha fatto infuriare gli utenti, in particolare quelli cui è stato assegnato un codice verde in ingresso e bianco in uscita? 
Bisogna partire da un’ispezione della Regione, lo scorso luglio. A Venezia si erano accorti che a Verona i numeri non tornavano: troppi pochi i codici bianchi rispetto al resto del Veneto, troppo poche le prestazioni a pagamento. Evidentemente, hanno concluso gli ispettori, a Verona la casistica stabilita dalla Regione nel 2011, e poi modificata nel 2014, per capire chi tra i pazienti non gravi debba pagare e chi no non veniva rispettata.


Dopo il richiamo della Regione, l’azienda ospedaliera è dovuta correre ai ripari. Sui computer dei medici del Pronto soccorso è stato installato un nuovo software: si inserisce la diagnosi e il computer assegna automaticamente il codice e – se questo è bianco – emette il bollettino di pagamento. Ecco come i casi di prestazioni a pagamento sono esplose.

Il sindaco Flavio Tosi ha annunciato un esposto in procura contro quello che – a suo parere – è un modo fraudolento con cui la Regione mette le mani nelle tasche dei cittadini. Ma visto da Venezia, il film è opposto: a Verona le maglie erano troppo larghe, non pagava quasi nessuno, tanto che l’assessore alla Sanità Coletto ha detto che si valuteranno eventuali danni erariali.

Di certo, il ritorno alla normalità a Verona non è stato indolore. E la polemica politica ferocissima sulla vicenda non aiuta certo a rasserenare gli animi. 

(dalla rubrica Il Fatto della Settimana su Radio Adige)