venerdì 27 novembre 2015

Domande (senza risposta, per ora) sulla rapina a Castelvecchio

Ci sono ancora molte, troppe domande senza risposta sulla serata del 19  Novembre scorso, quella della rapina al museo di Castelvecchio. 

Si sa che tre banditi, il volto coperto dal passamontagna e armi in pugno, si sono introdotti nel museo all’orario di chiusura, hanno immobilizzato l’unica dipendente comunale presente e la guardia giurata, e hanno agito indisturbati per oltre un’ora. Alla fine, il loro bottino sarà di ben 17 quadri, alcuni preziosissimi (anche se il rimborso dell'assicurazione sarà una beffa), stivati nella station wagon della stessa guardia giurata che è stata poi usata per fuggire. Ma, come detto, tante cose ancora non tornano. Ad esempio:
  • Perché dalla centrale operativa della Sicuritalia, la ditta privata che ha in appalto la sorveglianza del museo, nessuno si è accorto di nulla, se non oltre un’ora dopo la fine della rapina, quando la guardia giurata ha chiamato per avvertire della rapina
  • In particolare, perché nessuno ha notato che l’allarme a Castelvecchio non era stato inserito come ogni giorno tra le 19.40 e le 20, tanto più che negli ultimi tre mesi solo una volta era stato inserito alle 20.30 per un convegno al museo, ma dopo aver informato la ditta del cambio di programma?
  • E perché, sebbene Castelvecchio sia uno dei principali siti sorvegliati che assorbe oltre un terzo del budget del contratto di appalto, è sfuggito al controllo, mentre la stessa ditta ha rilevato che in una piccola scuola materna di Verona, le Maggio Ciondolo, quella stessa sera alle 20 l’allarme non era inserito e ha ordinato un controllo?
  • E ancora: è solo fortuna, quella dei rapinatori, di aver scelto come giorno per il colpo quel giovedì in cui c’era un solo dipendente comunale in servizio mentre in regola sono molti di più, e ad esempio la sera prima c’erano ben cinque dipendenti al museo?
Sono questi alcuni dei punti sollevati anche da Flavio Tosi nella sua relazione al consiglio comunale. Il sindaco ha già deciso di rivalersi contro la ditta di security, sostenendo che se tutte le procedure fossero state rispettate, quella sera, la rapina del secolo a Castelvecchio non sarebbe mai potuta avvenire. 

(dalla rubrica Il fatto della Settimana su Radio Adige

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