venerdì 1 marzo 2013

Visto da Verona: non può che essere Pd-Grillo

Dopo un iniziale momento di smarrimento, mi sto lentamente convincendo che i risultati delle elezioni non sono così male come sembrano. Certo, all'apparenza sembra un tutti contro tutti foriero di un'instabilità di cui l'Italia non ha certo bisogno. Eppure, ci sono alcuni elementi finora sottovalutati che,  a mio parere, una volta insediato il Parlamento, diventeranno importanti, forse decisivi.
Partito democratico e Movimento 5 Stelle hanno diverse affinità e non vedo perché non possano provare a fare un governo. Grillo dice che Bersani è uno "stalker politico", che il Pd sta mettendo in piedi un "mercato delle vacche", che non voteranno mai nessuna fiducia. Vedremo se si tratta di semplici schermaglie, o meno.
Per adesso, mi soffermerei su altri elementi. Primo: sia i parlamentari del Pd che quelli del M5S devono la loro elezione alle primarie. Possiamo criticare all'infinito i metodi di selezione degli uni e degli altri, la cosa indiscutibile è che gli uni e gli altri sono in Parlamento perché le rispettive "basi" hanno dato loro fiducia. E le due "basi", mi pare, sono tutt'altro che ostili all'idea di un governo comune, che non ha certo l'ambizione di durare cinque anni, ma che può realizzare alcune riforme importanti (costi della politica, legge elettorale) su cui le posizioni sono simili.
Per quanto se ne sia data un'imagine caricaturale - e gli eccessi verbali di Grillo non fanno che amplificare questo effetto - i grillini sono tutt'altro che marziani. Parlo per quelli che conosco, quelli di Verona. Gente istruita, magari inesperta, non certo dei barricaderi con il coltello tra i denti, ma persone apparentemente di buon senso, che guardano alle buone pratiche dell'Europa del nord. In parlamento ci sono loro, Grillo no. E quelli del Pd? I veronesi li conosco bene, so che difficilmente voterebbero la fiducia a un governo con Berlusconi: i loro elettori (quelli che li hanno votati alle primarie e fatti eleggere) li spellerebbero vivi. In ultimo, le primarie hanno - se non eliminato - certamente attenuato le logiche di corrente che hanno devastato il Pd negli ultimi anni: c'è da sperare che più gente decida, adesso, con la propria testa, e non sotto ricatto dei capibastone.
C'è poi anche una questione generazionale: le primarie del Pd hanno in buona parte svecchiato gli eletti, e pure i grillini sono in buona parte under 40. Gente che conosce bene la realtà (spesso drammatica) dei giovani, della precarietà, per averla vissuta anche sulla propria pelle. Lo stesso non si può dire né del Pdl  (i cui volti nuovi si contano sulle dita di una mano), né dei "montiani" (una pattuglia che pare fin troppo aristocratica).
Sono davvero curioso di vedere cosa succederà in Parlamento. Mai questa volta, con leader profondamente delegittimati (Bersani ha condotto una campagna elettorale suicida e ha incassato un risultato disastroso) o al contrario eccessivi fino a derive messianiche (ma ricordiamoci che uno dei comandamenti del M5S è che ognuno "vale uno", Grillo compreso), deputati e senatori saranno responsablizzati come non mai. Dopo anni di schiaffi al Parlamento, a me sembra tutto sommato una buona notizia. Altro che tornare a votare: adesso che il Paese è diviso in tre blocchi, i due più "simili" devono necessariamente mettersi attorno a un tavolo e trovare un terreno comune. Gli eletti facciano quello per cui abbiamo mandati a Roma e per cui li paghiamo. Ci governino, possibilmente bene.

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