venerdì 6 marzo 2015

Lo strappo senza ritorno di Tosi

Flavio Tosi fuori dalla Lega, in campo per le regionali pronto a sfidare Luca Zaia. Manca solo l’ufficialità ma ormai gli spazi di mediazione si sono azzerati. A meno di tre mesi dalle elezioni, si aprono orizzonti impensabili fino a qualche settimana fa. E anche Alessandra Moretti, candidata del Pd, ora spera di trarre vantaggio dai litigi in casa Lega.
Gli ultimi capitoli della saga padana sono un’escalation continua di strappi e accuse. Lunedì, Matteo Salvini ha di fatto commissariato la segreteria veneta retta da Tosi, imponendogli anche di abbandonare la sua fondazione politica se vuole restare nella Lega. Il sindaco di Verona, invece di alzare bandiera bianca, ha tirato dritto. E giovedì, dopo un pranzo tra i due contendenti che non ha risolto nulla, il consiglio della Lega veneta ha respinto in blocco tutte le decisioni milanesi. Nei fatti, è una scissione, anche se è da vedere quanti ora seguiranno davvero il sindaco.
Salvini ha detto che per lui la questione è chiusa. Tosi ha risposto che lui, a fare il segretario di una Lega commissariata, non ci resta. E che a quel punto tutte le opzioni sono possibili. A cominciare dalla sua candidatura a governatore. Sulla carta, il sindaco di Verona non ha alcuna chance di vincere e l’unico effetto che potrebbe ottenere è far perdere Zaia a favore della Moretti. Ma lui ripete che è una questione di dignità, la sua, che sente calpestata sia da Salvini che da Zaia. Il governatore, in particolare, si è opposto in ogni modo alla lista Tosi e alla possibilità che sia lo stesso Tosi a decidere i candidati della Lega.

L’indisponibilità di tutte le parti in causa a venire a patti è frutto anche della diffidenza, dei rancori e della rivalità maturati in questi anni. I nodi sono venuti tutti al pettine. E non c’è più tempo né modo, ormai, per scioglierli.
(Dalla rubrica Il Fatto della Settimana su Radio Adige)  

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