giovedì 12 marzo 2015

La secessione di Verona. Ovvero: dove porta la battaglia di Tosi

Si candida o non si candida? C'è chi giura di sì, anche a costo di passare come quello che ha consegnato il Veneto nelle mani della sinistra. E c'è chi - proprio per questo motivo - pensa che alla fine se ne starà in panchina.
Nell'attesa che Flavio Tosi, dopo essere stato cacciato dalla Lega, decida se scendere in campo contro Luca Zaia, si può provare a farsi anche altre domande. Per esempio: quanti voti può ragionevolmente pensare di prendere candidandosi? Non avendo noi a disposizione (e comunque non fidandoci) dei sondaggi, possiamo azzardare qualche piccola previsione, supportata dalla storia politica del nostro.
Partiamo dalle elezioni comunali.


Nel 2012 il "brand Tosi" identificato con la sua lista civica raddoppia i voti rispetto al 2007 e diventa  il baricentro della sua azione politica, con la Lega ridotta a utile orpello. Da quel momento, il sindaco si è convinto di fare a meno dei partiti tradizionali. A posteriori, quel trionfo elettorale del "modello Verona" è l'inizio della fine della sua storia nel Carroccio.


Detto che Tosi è stato piuttosto efficace a trovare consensi trasversali, quanti voti della Lega riuscirà a portarsi dietro adesso che nella Lega non c'è più?


Se l'obiettivo rimane su Verona, possiamo dire che dalle regionali del 2000 ad oggi Tosi ha massicciamente aumentato il suo peso specifico nel partito, fino a valerne oggi circa la metà dei voti. Almeno questo è quanto dicono le ultime europee.






Il problema per Tosi è che non si vota solo a Verona, ma in tutto il Veneto.


Dopo le elezioni europee l'anno scorso, molti si sono prodotti in analisi del voto, per lo più partigiane.  I fan hanno sottolineato il "grande risultato" dei centomila voti personali. Gli oppositori hanno indugiato sul confronto ingeneroso con i voti presi due anni prima alle comunali, che però è come confrontare le mele con le pere. Tanti o pochi che fossero quei voti, a mio avviso il vero dato è un altro: oltre la metà dei voti presi in Veneto, li ha presi nella sua Verona. Ciò vuol dire che nonostante sia sicuramente un volto conosciuto in ogni angolo della regione, abbia un appeal "nazionale", fuori dalla sua provincia Tosi non ha sfondato.

Questo è il campanello d'allarme più preoccupante (per lui) in vista delle regionali. Dove, bene che vada, potrà condurre in porto una "secessione" di Verona dal resto del Veneto. Con quali ripercussioni è difficile, al momento, prevederlo. 

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