Campagna
elettorale, quanto mi costi. Archiviato lo psicodramma in casa Lega risoltosi
con la cacciata di Flavio Tosi, la prima vera polemica, in vista delle
regionali, riguarda i mezzi per finanziare la propaganda dei candidati. A
lanciare il sasso è stato Luca Zaia, il governatore uscente. Partendo con il
proprio tour elettorale, in compagnia del segretario della Lega Matteo Salvini,
Zaia ha detto che la sua sarà una campagna low-cost, interamente
autofinanziata, senza contributi da privati. Questo per una questione di
trasparenza: il governatore non intende accettare soldi da nessuno, per non essere in nessun
modo ricattabile. E ha inviato i suoi principali sfidanti, ovvero Alessandra
Moretti del Pd e Tosi, a rivelare i nomi dei rispettivi finanziatori.
Più volte il
sindaco di Verona è stato invitato dall’opposizione a rendere pubblici gli
elenchi di chi ha fatto donazioni alle sue campagne elettorali o alla sua
fondazione politica. Lui ha risposto che la privacy va tutelata ma, per
dissipare ogni sospetto, ha portato tutti i documenti in procura a disposizione
dei magistrati per tutte le verifiche del caso. Ma – dopo la sfida di Zaia –
Tosi ha risposto per le rime. Fino a qualche giorno fa era ancora segretario
della Lega Nord del Veneto. E ha rivelato che in totale, il partito ha
stabilito di stanziare ben 700mila euro a favore della campagna elettorale di
Zaia. Tutti soldi che vengono dal finanziamento pubblico dei partiti e sono,
quindi, soldi pubblici. "Noi invece – ha detto Tosi – faremo campagna solo
grazie ai contributi privati che i cittadini liberamente vorranno darci".
Oltre alla
questione dei soldi, Tosi ha iniziato anche a prendere le misure a Zaia su altri fronti: lo ha attaccato sull’ospedale
di Padova, sulle trivellazioni in Adriatico, sull’autostrada del mare. E siamo
solo agli inizi di una corsa elettorale che si annuncia molto, molto vivace.
(dalla rubrica "Il fatto della settimana" di Radio Adige)
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