venerdì 9 novembre 2012

Agec (e le altre): i magistrati facciano presto

A Verona non c'è stato ente pubblico che non sia finito, prima o dopo, sotto la lente della magistratura. Vent'anni fa, quando infuriava Tangentopoli, il centro della corruzione era l'Agsm: non a caso i dorotei avevano lasciato volentieri la carica di sindaco alla sinistra interna, per tenersi la carica di presidente di lungadige di via Galtarossa, dove giravano i soldi veri. Anche Amia, aeroporto Catullo, fiera, autostrada Serenissima erano stati travolti. D'altra parte funzionava come un vero e proprio "sistema": i partiti di governo (Dc e Psi) si spartivano cariche e tangenti, secondo proporzioni precise. I metodi dei magistrati potevano essere brutali, con un ricorso estensivo alla carcerazione preventiva. Poi però qualche pezzo grosso vuotava il sacco. E chi finiva nella rete non aveva molte alternative al patteggiamento, e doveva  restituire quanto preso.
Da qualche anno, qui a Verona, la magistratura è tornata a interessarsi della gestione delle aziende pubbliche, con risultati però molto diversi. L'indagine sui bilanci della fondazione Arena, gravati da un buco di milioni durante la gestione Orazi, non ha portato a nulla. Di quella sulla presunta "parentopoli" in aziende come Agsm, Amia e altre, denunciata pubblicamente da alcuni esponenti del centrosinistra che tuttavia non si erano rivolti direttamente alla procura contestando l'inopportunità di certi comportamenti e non la loro rilevanza penale,  si sono perse le tracce. Poi è arrivata l'inchiesta sull'aeroporto Catullo, aperta dopo una trasmissione televisiva in cui gli ex amministratori parlavano liberamente di spartizione di posti e assunzioni pilotate dalla politica: era il febbraio dell'anno scorso, ex presidente e ex direttore generale sarebbero indagati, ma di più non si sa. Adesso, una nuova indagine, sull'Agec, di cui si è parlato molto negli ultimi tempi perché il presidente è stato cacciato per essersi rifatto l'ufficio. Ma questa indagine con questo fatto non c'entrerebbe, si indaga invece ad ampio spettro  su appalti e assegnazione di alloggi e su tutta l'attività dell'azienda degli ultimi mesi.
Ogni volta i diretti interessati reagiscono allo stesso modo:  "massima fiducia nei magistrati". Poi però spesso le indagini si dimostrano complicate, i tempi si allungano, l'opinione pubblica (e la stampa) se ne scordano fino allo scandalo successivo. C'è davvero da augurarsi che stavolta sia diverso, che le indagini siano rapide e circostanziate, perché in giro ci sono parecchi inquinatori di pozzi e c'è un grande bisogno di chiarezza e trasparenza.

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