martedì 20 settembre 2016

Cosa sappiamo del “patto segreto che scuote la politica veronese”

Questa mattina, come molti, sono rimasto incuriosito dalla locandina de L’Arena: “Il patto segreto che scuote la politica veronese”.


 Poi ho letto l’articolo del sempre ottimo collega Enrico Giardini, dove per altro non si parla di nessun “patto” ma di un avvio di contatti tra due eserciti “nemici”: quello di Flavio Tosi e quello dei fratelli Alberto e Massimo Giorgetti.

Come stanno quindi le cose all’interno del centrodestra veronese?

 Risposta semplice: una guerra tra bande.








Risposta elaborata: come al Palio di Siena, i vari fantini cercano la posizione migliore prima dello “start” e per farlo non esitano a giocare sporco, a tessere temporanee alleanze pure con le contrade rivali, perché l’obiettivo qui è indebolire il cavallo favorito.

I candidati del centrodestra ai blocchi di partenza 

Ora, in questa elaborata metafora, chi è il cavallo favorito? Diciamo che, se il centrodestra si presentasse unito a Verona, difficilmente avrebbe rivali. Per unito intendo: Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, varie associazioni di area (come Battiti) e tosiani in libera uscita (come quelli vicini all’ex vicesindaco Stefano Casali). Quindi: chi riesce a ottenere la “nomination” dal centrodestra unito vince, o ha ottime possibilità di vincere.

E tuttavia a Verona, l’unità del centrodestra è una di quelle espressioni mitologiche che evocano visioni mistiche: tutti ne hanno sentito parlare almeno una volta, ma nessuno l’ha mai davvero sperimentata. Perché, anche quando si presenta formalmente unito (vedi 2007), il centrodestra nostrano porta in sé il germe della divisione, come si è visto rapidamente nel primo mandato di Tosi.
Ora siamo ad punto in cui Tosi è a fine corsa, ma continua a parlare come se fosse in campo per un terzo mandato, forse pure per tenere buoni i suoi (ma ancora per quanto?) 

 La Lega, per ragioni di visibilità e di rivalsa (contro Tosi), vuole essere la forza egemone della futura coalizione a Verona, tanto da aver trattato in questi mesi non con Forza Italia, ma con Battiti,  una associazione di (ex?) esponenti di Forza italia (o Pdl che dir si voglia) cui ha fatto annusare la possibilità di esprimere il candidato sindaco, per altro dopo aver gettato in piazza tre nomi dei suoi (per bruciarli?). Forza Italia,  da un lato avrebbe un candidato (Alberto Giorgetti, l’ha detto Berlusconi), dall’altro non sa che ne sarà di lei: con Parisi? Con Toti (e quindi succubi di Salvini))? E' un partito per altro diviso anche a Verona, pur con la tregua imposta dalla presenza di due coordinatori.  

Questo il contesto in cui inserire gli sviluppi degli ultimi giorni, con Salvini che dal palco di Pontida pare dare il benservito a Forza Italia. Ma quante volte, in passato, abbiamo scritto di rotture tra Lega e Forza Italia, salvo poi dover rettificare con qualche accordo dell’ultimo secondo? Le elezioni politiche del 2013 io me le ricordo ancora bene.  Chissà se in questo contesto è maturato il contatto tra Tosi e Giorgetti, oppure se semplicemente così qualcuno ha voluto leggerlo.


Tutta questo, a mio parere, è pretattica. Sono i fantini che si danno spallate prima dello start. E lo start sarà il giorno dopo il referendum sulle riforme istituzionali (di cui per altro non è ancora stata fissata la data). Da qui ad allora ci si gioca molto, se non tutto. Aspettiamoci tanti altri colpi bassi, "patti segreti" e quant'altro. A proposito, domani finisce l'estate. 


Sarà un autunno caldo.  


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