venerdì 12 aprile 2013

In morte di un (bravo) ambientalista

E' morto Sandro Campagnola, curatore di un bel sito che racconta(va) il lato oscuro della Valpolicella e da cui ho tratto spesso ispirazione per scrivere i miei articoli. L'ho incontrato di persona una sola volta, esattamente due anni fa. Mi aveva dato appuntamento al quartiere Navigatori, dove aveva un ufficio. Abbiamo mangiato assieme un panino e parlato per un paio d'ore di quella terra alla quale eravamo entrambi visceralmente legati e che soffrivamo nel vedere, ogni giorno, violentata e sfregiata da chi non ne aveva compreso il valore e la bellezza. Ho ritrovato il resoconto di quella chiacchierata qualche giorno fa, riordinando i miei appunti. Quasi un segno del destino. La pubblico qui, senza cambiare nulla, come un piccolo e personale omaggio a una persona vera, che ha combattuto fino alla fine in quello che credeva. E sarebbe bello se ora qualcuno, in sua memoria, compilasse questa tabellina che lui aveva lasciato vuota.


12 aprile 2011
 Sandro Campagnola abita a Valgatara, è il curatore del sito teladoiolavalpolicella.
Un cancro lo sta divorando da anni: è partito da un rene, poi è andato in metastasi prendendogli i polmoni. E’ inoperabile: il farmaco che gli hanno prescritto serve solo a guadagnare tempo.
Magari è stata sfortuna. Magari era scritto che andasse a finire così. Ma nulla può togliergli dalla testa il pensiero che una piccola, invisibile particella di metallo pesante si sia infiltrata un giorno nel suo organismo. Gli anticorpi, addestrati ad allertarsi contro virus e batteri, l’hanno lasciata perdere, credendola innocua. Ma lei si è depositata, e i tessuti intorno si sono infiammati, creando il brodo di coltura ideale per il proliferare delle cellule tumorali.
Da dove è venuta quella particella? Sandro abita nel cuore della Valpolicella, a Valgatara, circondato da pregiati vigneti nutriti  però di velenosi pesticidi e da un cementificio che  si è incuneato decenni fa nei dintorni di Fumane.
Fermare i progetti di ampliamento di Cementirossi e creare le condizioni perché l’azienda levi le tende sono diventate le ragioni della sua vita. Dal suo sito, non esattamente un blog, dà notizie, esprime opinioni, lancia provocazioni. Come quella studiata per smascherare il ricatto occupazionale dell’azienda: “ma quanti sono i dipendenti Cementirossi? Sono 100, oppure 50, 40, 30…”. Per questo riceve svariate mail d’insulti da dipendenti, il più delle volte anonimi.
Sandro è cosciente che se la sua battaglia dovesse avere infine successo, molta gente perderebbe il lavoro. Ma per lui questa è una responsabilità dell’azienda, che non ha studiato nessun piano alternativo al nuovo forno (per Sandro, come per gli altri ambientalisti della zona, un inceneritore mascherato) per altro bocciato dal Tar. “Non abbiamo mai detto che l’azienda deve chiudere domani – spiega – ma dovrebbe fare un piano per arrivare alla chiusura programmata in un arco di alcuni anni”. Sa di cosa parla: il suo lavoro, che ora svolge in forma saltuaria, è quello di consulente aziendale, specializzato in crisi aziendali. Un po’ come il George Clooney di Tra Le Nuvole, dev’essere stato bravo. “Non ho mai subito intimidazioni, mai una gomma tagliata della macchina”.
Ora che si batte contro il cementificio è diverso. Non solo per lui. Franco Scamperle, viticoltore proprietario della cantina “Le Salette” e tra i firmatari del ricorso al Tar contro il cementificio, si è trovato dodici vigne tagliate.
Gli oppositori, tra gli imprenditori, del cementificio sono una piccola coalizione formata da Franco Allegrini, Giorgio Sboarina (fratello di Re Lele) de La Costa degli Ulivi, e Ugolini di Ugolini Petroli, che ha dietro una cinquantina di piccoli imprenditori della zona. I due comitati che svolgono il lavoro sporco sono Valpolicella2000 e Fumane Futura.
Politicamente, mi dice che il sindaco di Fumane ha un atteggiamento pilatesco. Nella Lega, che pare sia l’unico partito che conta ormai, ci sarebbero spaccature, ma Tosi avrebbe promesso pressioni sulla soprintendenza per non consentire gli scavi nella collina di Marezzane. 

A posteriori, non so dire se  quelle valutazioni di Sandro fossero corrette. Registro che, effettivamente, la soprintendenza ha bloccato gli scavi a Marezzane e il Tar ha confermato la decisione. Ma, quella contro il cementificio, era solo una delle tante battaglie di Sandro, che aveva una sola, vera, linea editoriale: non possiamo abdicare al bello, che è la nostra unica ricchezza. Una lezione che purtroppo, in questo Paese di grandi tesori coperti di ancora maggiori brutture, in pochi hanno assimilato.

5 commenti:

  1. Quando una persona termina la sua esistenza terrena, da cristiano io esprimo sempre una preghiera per quell'anima a prescindere da tutto perchè davanti all'Altissimo siamo tutti "nudi" ed il giudizio finale su ciascuno di noi lo può dare solo Lui. Cosa frulla nel cuore di una persona lo si sa solo in due.
    Detto questo, devo però denunciare un po' di mal di pancia per quel modo un po' ottocentesco-romantico di tessere le lodi a coloro che sono trapassati, quasi che l'eesere defunti automaticamente faccia diventare "eroi".
    Ognuno crede e lotta per ciò in cui crede e Sandro Campagnola lo faceva sicuramente con impegno, però il rispetto dell'impegno e del lavoro altrui deve essere altrettanto sacro.
    Quanti sono i dipendenti del cementificio?
    Ve lo dico io che ci lavoro: siamo in 85 e, visto che non fabbrichiamo mine antiuomo o kit abortivi per il terzo mondo (mai che gli ambientalisti spendano una sola parola per questa seconda causa, accidenti!!!!), siamo orgogliosi del nostro lavoro. Qualcuno può forse farcene una colpa?
    Oppure mettiamola così: Quella particella (subdolo sottinteso arbitrario che allude ai metalli del cementificio, come se la causa del cancro della persona defunta fosse certa) visto che potrebbe avere origine anche dai trattamenti usati in viticoltura, converrebbe allora che le attività ad essa collegate si convertissero in qualcosa di meno nocivo (principio di precauzione tanto caro agli ambientalisti). Come? E' un problema delle aziende interessate!!
    Attenzione però: NIENTE INCENTIVI PUBBLICI, perchè se andassero al cementificio sarebbe uno scandalo, se vanno all'industria (si, INDUSTRIA!!)della viti-vinicoltura intensiva allora sono aiuti all'economia rurale.
    Allora, che fare? Non voglio polemizzare, ma come si vede tra il dire ed il fare c'è di mezzo un mare.... di preconcetti.
    Preciso inoltre che senza prove NESSUNO deve permettersi di addossare la colpa dei danni subiti dai proprietari viticoltori ai dipendenti del cementificio ed io mi sento per questo gravemente offeso sia come lavoratore che come cittadino... ho diritto a delle scuse, ma sono certo che chi di dovere non ci pensa proprio.
    A costoro dico che se si rispetta l'ambiente (a parole) ma non il prossimo, allora si è fuori strada.
    Ma tanto, siccome chi sta nel "lato oscuro" della Valpolicella lo decidono solo loro (i paladini dell'ambiente), allora la sentenza è già scritta.
    Un altro appunto lo vorrei fare a chi si spende in un profluvio di critiche agli amministratori locali che sono un'accozzaglia di raccomamndati, una casta, dei venduti, cementificatori, ecc ecc. Ma ci si è chiesti chi li ha fatti andare li dove sono??
    La storia insegna che una comunità ha gli amministratori che si merita, questa è la verità.
    ... O forse è colpa anche stavolta del lato oscuro che corrompe le amministrazioni???

    Buongiorno.

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  2. Caro BrasaKuerta, vorrei solo precisare che il mio post non voleva essere un'agiografia di Sandro Campagnola, che per altro conoscevo poco. Ho solo condiviso un foglio di appunti che mi ero scritto e tenuto sul mio computer dopo una nostra conversazione. Per il resto, io sono d'accordo con molto di quello che tu scrivi. Se ho dato l'impressione di aver sposato la tesi che Sandro si è ammalato per colpa dell'inceneritore o dei pesticidi, me ne scuso: non lo penso, o comunque non ho nessun elemento per sostenerlo. E io sono abituato a ragionare sui fatti. Ma, a Sandro Campagnola e agli altri come lui, riconosco il merito di aver aperto un dibattito sul fronte ambientale e paesaggistico della Valpolicella che per troppo tempo è stato ignorato. Per me la sua eredità è questa, al di là delle sorti del cementificio che, ovviamente, per alcuni rappresenta un simbolo di quello che non va e per altri, come te, è invece il luogo che ti dà lavoro e ti permette di mantenere la famiglia. A me, personalmente, piacerebbe che la Valpolicella diventasse una specie di Chianti, perché credo ne abbia le possibilità, anche se - più dal punto di vista edilizio che industriale - è in parte compromessa. Credo che il futuro guardi in quella direzione, così come le prospettive di benessere e ricchezza della gente che in Valpolicella ci abita. Un abbraccio e in bocca al lupo.

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    1. Ti ringrazio per la risposta chiarificatrice ed apprezzabile.
      Ovviamente anche a me e per i nostri figli interessa la difesa dell'ambiente naturale compreso quello vicino a casa nostra (Valpolicella). Come ho ribadito nel mio post, quella ambientale è una buona battaglia ma purtroppo non si vive di solo ambiente e giocoforza la soluzione deve essere una mediazione ragionata che tenga conto di tante variabili. Ognuno deve fare la propria parte con onestà intellettuale e rispetto per chi la pensa un po' diversamente.
      Per il resto penso si sia tutti d'accordo.
      Ricambio l'abbraccio.

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  3. Ah, scusa... una cosa mi è sfuggita: il cementificio di Fumane NON E' UN INCENERITORE. Rchiedere una visita per verificarlo di persona sarebbe una cosa che l'azienda accetterebbe di buon grado. Oppure basta andare alla sede ARPAV Verona e chiedere info al riguardo. A volte per sapere la verità basta poco...
    CIAO!

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  4. Sono dispiaciuto e molto addolorato per questa notizia, che apprendo dal tuo blog/articolo. Ho personalmente conosciuto sandro qualche anno fa', a pescantina. Ha dato a me e al gruppo che rappresento un grande contributo di idee e spunti. Amava molto la sua terra e si è sempre battuto per denunciare e combattere gli scempi perpetrati a danno del territorio. Sempre disponibile e attento a tutto quello che accadeva. Mancherà molto.

    Un vero peccato.

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