martedì 9 aprile 2013

Piccolo breviario degli insulti di Bossi a Tosi


«A Pontida c'erano dei fascisti che picchiavano anche le donne. Avevano i guanti neri e secondo me venivano da Verona...» . Come un fiume carsico, è riemerso il livore di Umberto Bossicontro Flavio Tosi. Un grande classico, che caratterizza la storia della Lega da almeno dieci anni. La sparata contro i fascisti di Pontida (anche se, in realtà, Tosi è stato fischiato da una nutrita truppa di lealisti del Senatur) ne ricorda altre, del passato recente ma anche (politicamente) remoto.
Un piccolo breviario degli insulti di Bossi a Tosi merita di essere compilato.
  1. “Tosi è morto”. Correva l'anno 2003, a Verona si teneva un corteo contro il procuratore capo Guido Papalia, “reo” di aver indagato Tosi e altri leghisti per una campagna contro il campo nomadi. C'era anche Bossi e molti giurano di avergli sentito dire quella frase, mentre si approcciava al palco. Molti la interpretavano come l'irritazione del Grande Capo per l'eccessivo “protagonismo” del Flavio nostrano. La Lega di Verona (Tosi ne era segretario) venne poi commissariata (l'accusa di Bossi: Tosi "mise tutta la sua famiglia dentro la sede della Lega di Verona") ma quella sentenza non fu mai applicata, forse anche per la successiva malattia del Senatur.
  2. “Il presidente della Regione Veneto? Vedo bene Tosi”. Bossi lo dice a metà 2009, quando manca ancora un anno alle regionali. Ma Bossi non ha mai avuto intenzione di candidare Tosi a quella carica, tanto che poi scelse Zaia. A posteriori, fu un tentativo di cucinare Tosi, tornato sulla cresta dell'onda dopo l'elezione a sindaco di Verona, a fuoco lento, molto lento. Forse troppo lento.
  3. “Tosi ha riempito la Lega di fascisti”. Eccola qua, la grande ossessione del Senatur. Secondo molti, nasce quanto alcuni elementi del “cerchio magico” gli fanno notare che nella lista civica del sindaco (per molti leghisti, il “partito di Tosi”, concorrente alla stessa Lega) vengono dal mondo dell'estrema destra. Siamo nell'autunno del 2011, Bossi viene messo per la prima volta in discussione nel partito e la fronda interna si manifesta apertamente durante il drammatico congresso nella “sua” Varese. Di li a poco, il Senatur non si tiene più.
  4. “Tosi è uno stronzo”. Sembra la sentenza di morte (politica) finale per Tosi, la sua espulsione dal Carroccio viene data per certa, e comunque i leghisti giurano che lo sarà se Tosi proseguirà nella sua idea di presentarsi alle amministrative del 2012 con la sua lista civica, il suo “partito”. Ma in pochi giorni il mondo cambia: scoppia lo scandalo dei diamanti in Tanzania, Bossi è costretto a dimettersi, Maroni brandisce le scope e Tosi rivince le elezioni con la sua lista (e promette di farne un nuovo movimento, insomma un “partito").
    p.s. Divertente la tempistica dell'ultima intemerata di Bossi, che consiglia anche Berlusconi di votare la fiducia a Bersani, proprio mentre Tosi dibatte aVinitaly con Matteo Renzi.    

Nessun commento:

Posta un commento