mercoledì 2 gennaio 2013

Primarie Pd, a Verona è una rivoluzione

Oggi la pattuglia del Pd veronese a Roma è quanto mai numerosa: ben cinque parlamentari, un numero sproporzionato rispetto alle percentuali raccolte in riva all'Adige, tra le peggiori d'Italia. Di questi, solo uno sarà riconfermato: si tratta di Gianni Dal Moro, che negli ultimi anni ha coltivato un rapporto personale con Enrico Letta (di cui è ora il vice) e sarà candidato nella quota riservata del segretario Bersani.
Degli altri quattro, solo la senatrice Maria Pia Garavaglia ha avuto il coraggio di partecipare alle primarie del 30 dicembre: è stata una debacle. Giampaolo Fogliardi, già segretario della Margherita veronese, da vecchio democristiano qual è ha fiutato il vento e, una volta capito che si sarebbe schiantato, ha lasciato il partito per traslocare nella nascente "lista Monti". Federico Testa tornerà a fare il professore universitario: nei suoi anni a Roma  il territorio di cui è espressione è stato il suo ultimo pensiero, di certo non poteva chiedere a quel territorio i voti per essere rieletto. Di Federica Mogherini, romanissima ma candidata da Veltroni a Verona in virtù di un marito veronese, si sono perse le tracce.
A Roma ci andrà adesso Diego Zardini, giovane consigliere provinciale (e della seconda circoscrizione). Ci sperano anche il segretario provinciale Vincenzo D'Arienzo e la giornalista Alessia Rotta, che ha tentato di ribaltare il tavolo e ci è quasi riuscita, sbaragliando comunque i candidati "renziani" ufficiali troppo simili a una costola della ex Margherita per interpretare davvero il cambiamento. Non rimane che attendere sabato, quando la direzione regionale del partito dovrà procedere alla compilazione delle liste elettorali. Con tutta probabilità, non saranno più di due (tre al massimo) i parlamentari veronesi democratici nella prossima legislatura, ma avranno una legittimità popolare molto superiore ai cinque peones di oggi. Oltre che all'impegno romano, ne avranno uno altrettanto gravoso a Verona: dovranno contribuire a costruire un'alternativa credibile di governo della loro città, dove oggi il Pd è ridotto a percentuali di pura testimonianza. 

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