giovedì 21 gennaio 2016

La fine dell'Impero Tosiano #6 E la riforma di Renzi passò (anche) grazie a Tosi

L'11 gennaio scorso, alla Camera, il gruppo Fare che fa capo a Flavio Tosi aveva votato un no convinto alla legge di riforma costituzionale che abolisce il Senato. Questa la dichiarazione di voto del deputato Matteo Bragantini: 
 Onorevole Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, noi come movimento voteremo no a questa riforma per un motivo di metodo, in quanto riteniamo che le riforme costituzionali non devono essere inquinate da una tensione governativa ed elettorale. Infatti, in questo modo non si fanno le vere riforme condivise da tutti i cittadini e da tutte le forze politiche, ma chi vuole buttare giù il Governo o vuole essere all'opposizione del Governo a prescindere sarà contrario a tutte le riforme. Dunque, converrebbe, se si dovesse fare – e auspichiamo di sì –, un'ulteriore riforma per migliorare questa, che veramente si faccia una costituente votata con un sistema proporzionale puro da tutti i cittadini, formata da cento persone che in due anni devono solo fare le riforme. In questo modo di sicuro riusciremo a farle in modo più condiviso e più coerente. E, poi, per i contenuti questa è una riforma che ha accentrato ancora di più i poteri nel Governo centrale; non ha avuto il coraggio di rivedere la costituzione delle regioni, magari aggregandole; non è stata fatta chiarezza, come molti chiedevano, come chiedevano tantissime forze politiche, dal PD alla Lega, dai socialisti a SEL e anche al MoVimento 5 Stelle, per dare vita a un Senato veramente delle autonomie stile Bundestag. Invece, è stato fatto un Senato metà politico e metà delle autonomie, facendo a mio avviso un lavoro che di sicuro avrà in futuro i suoi effetti negativi e per questo si dovrà rimettere di nuovo mano alla Costituzione. A nostro avviso, si è persa un'occasione. È vero, è finito per certi versi il bicameralismo ed è una cosa positiva, però si doveva e si poteva fare molto meglio. Per questo, confermiamo il nostro voto contrario.
Il 20 gennaio, nove giorni dopo, l'ultimo decisivo voto al Senato. La riforma passa con 180 voti grazie al sostegno del gruppo di Verdini e a quello di Tosi. Senza questi voti, non si sarebbe ottenuta la maggioranza di 161, necessaria a far passare la riforma. Ecco la dichiarazione di voto della senatrice Patrizia Bisinella, che è pure la compagna dello stesso sindaco di Verona.
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, signori Ministri, noi senatori della componente Fare! del Gruppo Misto ci siamo stufati, come del resto gli italiani, della palude e dell'immobilismo che paralizzano l'Italia da oltre quarant'anni e diciamo basta.La riforma in esame non è la migliore possibile e in prima lettura e in seconda ne abbiamo esaminato i vari ambiti di contenuto. Tuttavia, insieme alla riforma del sistema elettorale, che era necessaria, garantisce almeno la governabilità, che è condizione indispensabile perché le cose vengano finalmente fatte nel Paese.Oggi questo sistema, a differenza del precedente, vede finalmente la fine del bicameralismo perfetto. Pertanto questa riforma, proprio con la fine del bicameralismo perfetto e insieme alla riforma della legge elettorale (che, lo ricordo a tutti, era necessaria), chiarisce finalmente chi vince. Si saprà l'esito delle votazioni, che uno solo avrò vinto, e quell'unico avrà il diritto di governare.Per i cittadini italiani devono tornare prioritari, nelle parole e nel linguaggio della politica, i temi legati al lavoro, alle nostre imprese, ai lavoratori, alla famiglia, all'agricoltura, al commercio. Questi devono essere i temi che devono diventare prioritari nell'azione politica. Noi allora diciamo basta all'immobilismo, basta alla palude che paralizza qualsiasi cambiamento.Per noi, ciò che è importante è che comunque il processo riformatore nel Paese vada avanti. Tra questa riforma - che ribadisco, non è il miglior testo possibile - e nessuna riforma è comunque preferibile avere un cambiamento, che è ciò che gli italiani giustamente pretendono.Noi ascolteremo con attenzione le dichiarazioni che si svolgeranno in quest'Aula, perché stiamo valutando il percorso delle riforme e vogliamo vedere che piega avrà il percorso del cambiamento. Ma una cosa è certa: noi diciamo basta alla palude, basta ai giochi dell'ostruzionismo, sempre e comunque, basta alla politica del tanto peggio tanto meglio. Noi stiamo valutando, e di sicuro il nostro non sarà contrario, perché pensiamo che le riforme debbano andare avanti e che si debbano realizzare. L'immobilismo e la palude li lasciamo agli altri. 
A infiocchettare il tutto è arrivato anche un tweet dello stesso sindaco di Verona. 
In autunno si voterà il referendum confermativo per la riforma, proprio mentre a Verona si entrerà nel vivo della campagna elettorale per le amministrative. Ci sarà da divertirsi. 

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