Questa mattina, come molti, sono rimasto incuriosito dalla
locandina de L’Arena: “Il patto segreto che scuote la politica veronese”.
Poi
ho letto l’articolo del sempre ottimo collega Enrico Giardini, dove per altro non
si parla di nessun “patto” ma di un avvio di contatti tra due eserciti “nemici”:
quello di Flavio Tosi e quello dei fratelli Alberto e Massimo Giorgetti.
Come stanno quindi le cose all’interno del centrodestra
veronese?
Risposta semplice:
una guerra tra bande.
Risposta elaborata: come al Palio di Siena, i vari fantini
cercano la posizione migliore prima dello “start” e per farlo non esitano a
giocare sporco, a tessere temporanee alleanze pure con le contrade rivali,
perché l’obiettivo qui è indebolire il cavallo favorito.
I candidati del centrodestra ai blocchi di partenza |
Ora, in questa elaborata metafora, chi è il cavallo favorito?
Diciamo che, se il centrodestra si presentasse unito a Verona, difficilmente
avrebbe rivali. Per unito intendo: Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, varie
associazioni di area (come Battiti) e tosiani in libera uscita (come quelli
vicini all’ex vicesindaco Stefano Casali). Quindi: chi riesce a ottenere la “nomination”
dal centrodestra unito vince, o ha ottime possibilità di vincere.
E tuttavia a Verona, l’unità del centrodestra è una di
quelle espressioni mitologiche che evocano visioni mistiche: tutti ne hanno sentito
parlare almeno una volta, ma nessuno l’ha mai davvero sperimentata. Perché,
anche quando si presenta formalmente unito (vedi 2007), il centrodestra
nostrano porta in sé il germe della divisione, come si è visto rapidamente nel
primo mandato di Tosi.
Ora siamo ad punto in cui Tosi è a fine corsa, ma continua a
parlare come se fosse in campo per un terzo mandato, forse pure per tenere
buoni i suoi (ma ancora per quanto?)
La
Lega, per ragioni di visibilità e di rivalsa (contro Tosi), vuole essere la
forza egemone della futura coalizione a Verona, tanto da aver trattato in
questi mesi non con Forza Italia, ma con Battiti, una associazione di (ex?) esponenti di Forza
italia (o Pdl che dir si voglia) cui ha fatto annusare la possibilità di
esprimere il candidato sindaco, per altro dopo aver gettato in piazza tre nomi
dei suoi (per bruciarli?). Forza Italia, da un lato avrebbe un candidato (Alberto
Giorgetti, l’ha detto Berlusconi), dall’altro non sa che ne sarà di lei: con
Parisi? Con Toti (e quindi succubi di Salvini))? E' un partito per altro diviso anche a Verona, pur con la tregua imposta dalla presenza di due coordinatori.
Questo il contesto in cui inserire gli sviluppi degli ultimi
giorni, con Salvini che dal palco di Pontida pare dare il benservito a Forza
Italia. Ma quante volte, in passato, abbiamo scritto di rotture tra Lega e Forza
Italia, salvo poi dover rettificare con qualche accordo dell’ultimo secondo? Le
elezioni politiche del 2013 io me le ricordo ancora bene. Chissà se in questo contesto è maturato il
contatto tra Tosi e Giorgetti, oppure se semplicemente così qualcuno ha voluto
leggerlo.
Tutta questo, a mio parere, è pretattica. Sono i fantini che
si danno spallate prima dello start. E lo start sarà il giorno dopo il referendum
sulle riforme istituzionali (di cui per altro non è ancora stata fissata la
data). Da qui ad allora ci si gioca molto, se non tutto. Aspettiamoci tanti altri colpi bassi, "patti segreti" e quant'altro. A proposito, domani finisce l'estate.
Sarà un autunno caldo.